La balena gialla di Switcher torna a nuotare nelle grandi acque del commercio

Pubblicato daSwitcher Content il 2 dicembre 2025
RTS - 2.12.2025 / Valentin Jordil

Nove anni dopo il fallimento, Switcher torna alla ribalta. Il marchio, fondato nel 1981 da Robin Cornelius, rilancia una rete di negozi con l'apertura di un primo punto vendita a Winterthur. Nei prossimi anni è prevista l'apertura di una decina di altri negozi, in particolare a Ginevra e Losanna.

Nel 2016 l'azienda aveva cessato la propria attività. Quattro anni dopo è stata rilevata da un investitore indiano e rilanciata sotto la guida di Marc Joss, ex dipendente diventato amministratore delegato. Questa ricostruzione, condotta da Frick (AG), ha incontrato diversi ostacoli.

"La cosa più difficile è che nessuno ci ha aspettato... Ci hanno detto che era impossibile rilanciare un marchio come quello, che non era più quello vero, che non erano più gli stessi prodotti...", spiega Marc Joss, intervistato nel programma La Matinale della RTS.

Dal commercio elettronico al ritorno in negozio

Finora Switcher era distribuita principalmente tramite rivenditori. La direzione punta ora sullo sviluppo di negozi fisici. Marc Joss afferma di aver inizialmente previsto una strategia esclusivamente online, prima di constatare una crescente domanda di punti vendita.

"Negli ultimi dodici mesi, c'è stata un'enorme richiesta di negozi. Molti clienti vogliono vedere fisicamente la merce", osserva.


L'azienda punta a un fatturato di 5 milioni di franchi nel breve termine, ben al di sotto dei 35 milioni realizzati prima del fallimento. La quota del commercio fisico, oggi pari al 15%, dovrebbe raggiungere il 40%.

Switcher vuole anche rafforzare l'integrazione tra vendita online e negozi: ritiri, cambi e fidelizzazione devono funzionare indifferentemente su entrambi i canali.

Una rete di negozi in fase di ricostruzione

Lo sviluppo dei punti vendita richiede investimenti importanti, sottolinea Marc Joss. Un secondo negozio aprirà a Rheinfelden, vicino al magazzino di Frick. Sono allo studio altre aperture tra Losanna e Ginevra, nonché a Locarno e San Gallo.

Secondo Marc Joss, quest'anno sono previste tre o quattro aperture, con l'obiettivo di arrivare a una decina di negozi entro il 2028.

Una produzione centralizzata in India

Circa il 95% degli articoli Switcher è prodotto in India, presso l'investitore-proprietario, in una struttura di produzione integrata. «Ogni fase della produzione avviene nello stesso luogo», precisa Marc Joss, riferendosi a un processo considerato più eco-responsabile. Una piccola parte dell'assortimento proviene dalla Cina.

Il marchio punta su una gamma ristretta di 50-60 prodotti classici, disponibili in modo permanente. Beneficia anche dell'attuale tendenza verso capi neutri e senza loghi. «Una generazione di giovani è alla ricerca di articoli senza marchio, e questa tendenza è molto evidente», sottolinea Marc Joss.

Obiettivi per il 2030

Dopo una fase di ricostruzione incentrata sull'e-commerce, Switcher punta nuovamente al lungo termine. Secondo il suo direttore, il marchio punta a raggiungere una crescita "a due cifre" entro il 2030.

Questa strategia segna la volontà di reintrodurre in modo duraturo la "balena gialla" nel panorama del commercio tessile svizzero.

 

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